Secondo
gli studi di T. B. Brazelton lo sviluppo emotivo del bambino,
riferendoci in particolare al crearsi del legame genitore-figlio, si
sviluppa attraversando alcuni momenti chiave.
°
Il bambino immaginato
Questo
legame inizia durante la gravidanza, quando madre, padre e figlio
imparano a conoscersi e riconoscersi attraverso movimenti (carezze, spostamenti
interni alla pancia, etc.) e suoni (quelli del corpo e delle voci, della
musica, etc.). E' in questo tempo che ci si forma un'idea, un'aspettativa ed
un'immagine del bambino.
°
Il bambino reale
Il
touchpoint della nascita attua l'incontro “allo scoperto”
con il bambino vero che può o meno, parzialmente o del tutto rispecchiare
quello immaginario. Occorre un processo di adattamento che spesso porta a
trovare le somiglianze fisiche o comportamentali nel tentativo di conoscerlo e
ricondurlo a qualcosa di noto.
°
Il nutrimento
Un
importante elemento per saldare il rapporto genitore-figlio è l'allattamento.
Si tratta di uno strumento potente ed eccezionale, soprattutto se pensiamo a
quello naturale, perché oltre a trasmettere quanto necessario ed adatto al
corpicino per crescere, si passa anche un cibo emotivo. Il momento della
suzione è un modo di prendersi cura del piccolo, di dirgli che lo amiamo. Il gesto,
la postura stessa permettono di osservarsi e studiarsi in maniera intima e
reciproca (il neonato riesce a mettere a fuoco proprio ad una distanza pari a
quella capezzolo-viso della mamma). In caso di allattamento artificiale tutto
ciò assume valore immediato anche per il papà che in questo caso è
interscambiabile con la mamma.
°
Il pianto
Lo
studio di Brazelton rivela come in circa 3 giorni dalla nascita i genitori
siano in grado di distinguere il pianto del proprio bimbo da quello di altri e
dopo circa 2 settimane sappiano riconoscerne i vari tipi. Si tratta di un
insostituibile strumento di comunicazione con cui il bambino dice ai suoi
genitori che lui ha fiducia in loro perché attende una risposta che sa arriverà
di certo, è un segnale di attaccamento ed apprendimento.
°Il
gioco
Si
tratta di un modo che ha a disposizione il genitore per comunicare con il
proprio bambino. Si possono sfruttare momenti come il cambio pannolino, il
bagno, il rientro a casa, etc. per farlo sorridere e cementare il rapporto con
lui. E' un modo insostituibile per insegnare tanto, anche attraverso
l'imitazione reciproca, alla base delle prime parole e di un linguaggio
che si perfeziona attraverso attese reciproche.
°
La disciplina
Possiamo
iniziare a parlarne dai circa 4 mesi quando il bambino inizia a usare tosse,
starnuti, soffocamenti e strilli a scopo esplorativo, per manipolare la
reazione dei genitori che devono invece aspettare per capire se si tratti di
un'esigenza effettiva o meno. A 7 mesi il bambino è già in grado di capire il
no anche se non risponde ad esso. A 9 mesi il genitore può iniziare a dire i
primi no che devono però essere ponderati. E' bene rimuovere tutti gli oggetti
pericolosi possibili e le situazioni di conflitto, distogliere l'attenzione
(funziona però con desideri di poca importanza) e trasformare il più possibile
la casa a misura di bambino. I divieti veri e propri vanno riservati a
pochissime situazioni così che il bambino possa considerarle come rare e
davvero meritevoli di attenzione.
°Momenti
di regressione
Sono
momenti di dura prova in cui il bambino è irritabile e sembra tornare indietro
rispetto ad alcune tappe raggiunte. E' quindi fondamentale la lettura che ne dà
Brazelton per non scoraggiarsi e comprenderne il significato. Si tratta di
spinte, segnali di cambiamento che mascherano l'enorme sforzo e volontà del
bambino di crescere. Ad 1 anno ad esempio c'è un momento di disorganizzazione
ed un desiderio di indipendenza, di rivendicazione di un proprio spazio. Tale
passaggio può essere anche forte ma il suo esplicitarsi è segnale di equilibrio
ed apertura da parte del bambino.
°
Il timore di viziare
Nel
legame genitore figlio si avverte forte il valore educativo e la responsabilità
da parte dei genitori. Nasce quindi il timore di viziare il proprio bimbo
accorrendo ad ogni pianto. In realtà, specialmente fino ad 1 anno di vita, si
tratta di accudire i bisogni del piccolo e non c'è quindi alcun pericolo. Il
bambino viziato è quello sottoposto a continue ansie o pressioni, accudito
senza tranquillità e con nervosismo.
°
L'essere neogenitori
I
genitori, proprio come il neonato, si trovano di fronte a cambiamenti radicali
che generano insieme enorme gioia ed ansia.
Il
ruolo del padre assume un significato speciale particolarmente in un contesto
come quello attuale dove non si riesce a far conto su numerose risorse o
famiglie allargate. Egli è una figura senza eguali sia nel fornire un aiuto
pratico sia nel “difendere” la famiglia da alcune ingerenze esterne.
Mi
sembrano queste le linee guida alla base del rapporto genitore-bambino che, se
ben sviluppate e curate, sono le fondamenta di un'infanzia felice per un
bambino e quindi per tutta la sua famiglia.
E'
straordinario come il massaggio infantile sia in sintonia con ciascuno di
questi momenti riuscendo ad annodare ancora di più genitori e bimbi.
Il
massaggio può servire per colmare quel gap che si crea tra bambino
immaginato e reale. Può essere un modo per conoscere ed incontrare il bimbo
vero, senza bisogno di ricondurlo a qualcosa di noto, ma imparando ad
apprezzarne tutta la sua originalità. Ancor più peso assume questa osservazione
nel caso di bambini prematuri o speciali quando è possibile che i genitori si
trovino a non aver mezzi immediati per intrecciare una relazione affettiva ed emotiva
con il bambino. Il distacco fra l'immaginario ed il concreto o anche lo sforzo
fatto o l'individualità di ciascuno può far sì che il bonding non scatti
subito. La consapevolezza di questa possibilità (che non sempre è
necessariamente drammatica) ed il sapere che stiamo parlando di un processo a
lungo termine dona ulteriore valenza al massaggio che può essere un modo per
mostrare ai genitori anche il bello non immaginato del bambino reale (ad
esempio la straordinaria varietà di comportamenti che attua per comunicare) e
così avviare o potenziare questo legame (pensiamo anche alle adozioni).
Uno
degli aspetti più belli del massaggio è proprio quello di rappresentare un modo
di passare al bambino quel nutrimento affettivo di cui ha tanto bisogno
quanto, se non più, di quello fisico. Ed è uno strumento usabile parimenti
dalla madre e dal padre. Si tratta di un'occasione per regalare coccole,
scambiare sorrisi ed affetto.
Le
informazioni sul pianto hanno rilevanza eccezionale. Da una parte
consentono a noi insegnanti di sapere che valore ha il pianto di un bambino e
quanto esso sia prezioso. Dall'altra è occasione di consapevolezza per le
famiglie che possono sentirsi accolte e bene accette con i loro “rumori” e
possono avere uno strumento che le tranquillizzi e supporti nell'instaurare la
relazione con il loro bambino. Sapere che il pianto di fine giornata è il modo
del figlio di dire quanto sia stata pesante una giornata senza la presenza dei
genitori dona tutta un'altra prospettiva a quelle grida.
Il
massaggio neonatale è anche un'esercitazione a giocare con il proprio
piccolo. Pensiamo già alla posizione informale (seduti a terra con
abbigliamento comodo), alla vocina che richiediamo di emettere per chiedere il
permesso al bambino, alle filastrocche-musiche-canzoncine che abbiniamo ai
massaggi, ai sorrisi ed alle coccole che sfuggono durante gli incontri. Sebbene
questi aspetti non siano meramente ludici, sono tuttavia un allenamento per il
genitore a stare con il bambino, a mettersi a sua misura e disposizione, a
dedicargli un tempo pieno e genuino, intimo.
Conoscere
i touchpoint inerenti la disciplina e i momenti di regressione ci serve per comprendere gli stadi evolutivi
del bambino ed anche in questo caso è un mezzo per rassicurare ed informare i genitori
nel tentativo di rasserenarli e supportarli nel legame che stanno costruendo.
Alla luce del pensiero di Brazelton i genitori hanno la possibilità di
rileggere i momenti di irritabilità come tentativi di adattamento alla vita o
sovraccarico del sistema nervoso. Sanno che possono provare ad accudirlo in
tutti i modi, uno alla volta, ed infine anche lasciarlo sfogare per un breve
tempo dandogli la possibilità di riorganizzarsi.
Fondamentali
sono le notizie sulla condizione di neogenitori. Per noi insegnanti è
utilissimo essere consapevoli che abbiamo di fronte un bambino inesperto,
curioso, intimorito e speranzoso ma anche dei genitori desiderosi di amare il
proprio figlio, di essere i migliori per lui, impauriti dall'ansia di
sbagliare, di commettere errori, di non capire quale sia la cosa giusta da
fare. Il massaggio è un modo sano, rispettoso e buono di stare insieme ed
imparare a conoscersi, è una strada per comprendersi a vicenda, per
sperimentare che amare non è viziare, una maniera di restituire al padre
tutto il peso della sua insostituibile figura.
Nella
nostra cultura occidentale ci si aspetta che la donna si riprenda rapidamente e
che la famiglia si riorganizzi subito: basta pensare ai tempi di ricovero in
ospedale e a quelli di rientro al lavoro. Questo che per noi è consueto in
altre culture è del tutto incomprensibile; in quella giapponese le donne che
hanno partorito sono coccolate come tornassero anch'esse bambine per un lungo
periodo così che possano recuperare le energie spese.
E'
molto importante sostenere una famiglia che nasce e cresce. Un rapporto sano
che si sviluppa nella sicurezza, nel valore reciproco e nella comprensione è la
base per la formazione di futuri adulti emotivamente sani che hanno avuto
qualcuno che ha creduto nel loro successo di vita fin dai primi mesi. Alla luce
della teoria di Brazelton il massaggio neonatale è uno strumento per sostenere
la famiglia:
°
dando valore a ciascun componente: particolarmente al padre (che non rischia di
essere escluso da un possibile alto gatekeeping da parte della madre o
di altra figura materna come ad esempio una nonna) ed al bambino (che diviene
l'insegnante in grado di dire se si è o meno sulla strada giusta
nell'interpretazione del suo linguaggio);
°
essendo un modo di aprirsi all'esterno e capire come questo sia fondamentale
per confrontarsi, non sentirsi esclusi e comprendere l'importanza di continuare
a curare la coppia e la famiglia;
°
aiutando a metabolizzare i momenti critici ed a scoprirne i risvolti positivi.
Come quando si riesce a capire che l'ansia è normale ed è il propulsore per
affrontare nuove responsabilità ed essere attenti al bambino;
°
nel suo tentativo di insegnare come comunicare con il piccolo, facendo ricorso
a carezze, sorrisi, baci, tenerlo in braccio, cullarlo, parlargli,
sincronizzarsi con lui e massaggiarlo sia importante almeno quanto dargli da
mangiare.
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